Il bisogno di protezione e di tutela per superare le difficoltà e i pericoli dell'esistenza, è stato sempre vivo negli uomini fin dai tempi più remoti. Già prima dell' avvento del cristianesimo, le divinità pagane erano oggetto di culto, un culto che si esprimeva attraverso una serie di manifestazioni rituali di carattere commemorativo e festivo, che più tardi appariranno anche nella cultura cristiana. In Sicilia, in seguito alle grandi persecuzioni di Decio, Diocleziano e Massimo Galerio, vi fu un numero considerevole di martiri cristiani che, nei luoghi in cui subirono ogni tipo di supplizio fino alla morte, vennero acclamati santi protettori.
Durante le varie dominazioni che si sono succedute nell'isola (araba, normanna, sveva, spagnola...), il culto dei santi e dei martiri è stato oggetto talora di limitazioni, talaltra di innovazioni; in particolare durante la dominazione normanna, i siciliani furono liberi di praticare con manifestazioni il culto dei santi, anche perchè gli stessi dominatori furono i costruttori di chiese e cattedrali in tutta l'isola. Col tempo, la libertà di culto favorì l'incontrollata acclamazione di santi locali e, dato il loro numero elevato, papa Urbano VIII nel 1630 emise un decreto in cui stabiliva norme ben precise per la scelta di coloro che sarebbero stati proclamati santi protettori. In Sicilia, in base a questo decreto, si fece distinzione tra santi patroni principali e santi patroni ordinari eletti dai consigli civici. Da allora, le vicende del protettorato dei santi in rapporto ai luoghi in cui divennero patroni e protettori sono collegate alle storie municipali.
Nel nostro secolo, la devozione per i santi patroni rappresenta il culto più diffuso. Il santo, a differenza di Dio e della Madonna, per il fatto di essere stato mortale, è considerato una presenza viva, in grado di comprendere i bisogni dell' essere umano; pertanto lo si ritiene più sensibile alle eventuali richieste di aiuto, di guarigione, di conforto; il santo rappresenta una figura che assicura protezione per i mestiieri e in occasione di calamità naturali (terremoti, eruzione vulcanche e tempeste), diventando dispensatore di grazie e miracoli. Il rapporto che si instaura tra santo e devoto, proprio per questo, è un rapporto privato e particolare che può produrre fenomeni di personalizzazione e di "appropriazione" della figura del santo, tanto da scatenare in alcuni casi rivalità e accese passioni da parte di comunità locali in difesa del proprio patrono o anche del proprio quartiere.