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Marte : una tenue atmosfera
I cultori del «Terraforming» »
Cambiamenti climatici su marte
La missione "Mars Pathfinger"
Le missioni marziane

Sono in arrivo i cultori del <<terraforming>>

Qualcuno vi ha raccontato che i clorofluorocarburi degli spray e dei frigoriferi fanno male all'atmosfera e che allargano il buco nell'ozono? O magari che l'anidride carbonica prodotta dagli scarichi industriali farà diventare il nostro pianeta un forno? Che i nitrati nell'acqua potabile sono una piaga biblica? I cultori del terraforming ( che hanno un'unica grande aspirazione: rendere abitabile l'inabitabile, accogliente il deserto, fertile la nuda roccia ) sono pronti a spiegarvi che si tratta soprattutto di punti di vista; dipende da che pianeta si guarda. Visti da Marte, per esempio, i suddetti inquinanti apparirebbero come una vera manna.

Il Pianeta rosso - che è stato messo sotto gli occhi di tutti grazie alle sonde degli anni settanta - è quanto di meno ospitale si possa immaginare: la temperatura non sale mai al di sopra dei sessanta gradi centigradi, sotto zero, naturalmente; i poli sono ricoperti da croste di ghiaccio secco e l'atmosfera, composta quasi interamente di anidride carbonica, è cosi rarefatta che il sangue del malcapitato che vi si avventurasse, senza uno scafandro, si trasformerebbe in schiuma nel giro di pochi secondi.

Come si potrebbe tramutare in Eden una landa desolata che, con ogni verosimiglianza, ha visto cadere le ultime gocce di pioggia due miliardi di anni fa? I manuali di terrafoming propongono alcune semplici ricette. Per prima cosa occorre impiantare su Marte fabbriche di gas-serra in grado di immettere nell'atmosfera almeno 900 tonnellate di gas per ora. In queste condizioni, in capo a un paio di secoli, la temperatura media del pianeta salirà di una cinquantina di gradi, avvicinandosi così allo zero. A rendere respirabile l'aria, arricchendola via via di ossigeno, provvederanno poi alghe e batteri, resi più efficienti attraverso l'ingegneria genetica e scaricati su Marte in quantità industriali. L'azoto necessario alla crescita, piante e batteri lo ricaveranno dal suolo. Nella malaugurata eventualità che questa fonte non fosse sufficiente, ci sarebbe comunque una soluzione alternativa a portata di mano: un paio di asteroidi ricchi di ammoniaca da deviare dalle loro orbite e mandare a schiantarsi sulla superficie del pianeta. Insomma, in capo a non più di centomila anni - questo è il tempo preventivato per portare a compimento la seconda fase dell'operazione - gli ingegneri del terraforming avrebbero pronto un mondo, nuovo di zecca, da consegnare, chiavi in mano, all'umanità.

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